PERFEZIONISMO
Tradizionalmente la spinta perfezionistica è il sintomo più evidente di un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, tra l'altro caratterizzato da estrema meticolosità ed eccessiva rigidità di comportamento e giudizi.
Il perfezionismo può manifestarsi anche nei disturbi alimentari (in questo caso la magrezza è sinonimo di perfezione).
E' inoltre riscontrabile nelle persone affette da fobia sociale, che possono presentare un'idealizzazione eccessiva di quella che deve essere una "adeguata" prestazione sociale.
La tendenza spiccata alla perfezione può inoltre essere presente nei disturbi del narcisismo, in cui diventa una modalità utile per ricevere costantemente gli elogi e l'ammirazione degli altri, con l'obiettivo di mantenere sempre alta la gratificazione del proprio ego.
In altri casi il perfezionismo diventa una strategia di "sopravvivenza" quando si ritiene di dover compiere sforzi notevoli per essere sempre all'altezza del mondo circostante. Questo accade, ad esempio, nel disturbo di personalità dipendente, caratterizzato da scarsa autostima e fiducia nelle proprie capacità.
L'osservazione della realtà ci insegna che cadere nella trappola del perfezionismo non è così improbabile, anche a causa degli stimoli provenienti dalla società, che nelle persone predisposte possono accrescere la tendenza ad essere perfezionisti.
Ad esempio la carenza di lavoro e la conseguente difficoltà ad affermarsi a livello professionale accentuano i comportamenti competitivi, come pure l'eccessiva importanza riservata al "look" induce a dedicarsi scrupolosamente all'aspetto estetico (abbigliamento, cura del corpo, attività sportive).
Grazie alla loro abnegazione e ai loro continui sforzi, le persone perfezioniste possono ottenere importanti riconoscimenti e raggiungere traguardi spesso al di sopra della media.
Questa gratificazione può diventare, paradossalmente, un'arma a doppio taglio in quanto implica un prezzo molto alto in termini di stress per mantenere i codici di comportamento che sembrano indispensabili a scongiurare la terribile possibilità di deludere gli altri.
In altre situazioni, invece, la sensibilità alla gratificazione esterna non assume un ruolo così determinante: si è di fronte infatti a persone eccessivamente critiche con se stesse, animate da standard interiori molto severi, ben lontane dal ritenersi perfezioniste e convinte invece di fare semplicemente il proprio dovere. Questo atteggiamento spesso deriva dall'aver interiorizzato fin dalla giovane età delle regole di "funzionamento" troppo rigide.
Mantenere livelli di prestazione così alti e impeccabili aumenta il rischio di manifestare sintomi da stress, sviluppare disturbi d'ansia o un episodio depressivo. Questo accade perché il perfezionista ha enormi difficoltà a fermarsi, sottovaluta anche il naturale bisogno di riposo o di svago, che anzi viene spesso considerato uno spreco di tempo prezioso che potrebbe essere sfruttato in modo più vantaggioso e produttivo.
Inoltre, chi ha una spinta perfezionistica a compiere sforzi esagerati per non perdere la stima e l'amore degli altri, può sviluppare croniche sensazioni di autosvalutazione, di perdita di fiducia nelle proprie capacità o anche manifestazioni di rabbia, generata dalla sensazione di sentirsi privato della propria libertà e di non avere scelta se non il sottomettersi al volere altrui.